Villa dei Mulini Portoferraio Isola d'Elba
La Villa dei Mulini è famosa per essere stata una delle residenze di Napoleone durante il suo esilio all'isola d'Elba dal 4 maggio 1814 al 26 febbraio 1815. Ubicata nella parte alta del centro storico di Portoferraio, si affaccia su un'alta scogliera sopra la spiaggia delle Viste. L'edificio sorge all'interno del perimetro fortificato della città, fra forte Falcone e forte Stella. La zona è chiamata Mulini in quanto, grazie alla sua posizione elevata spiravano forti venti, ideali appunto per il funzionamento di queste strutture, utili al fabbisogno di una piazzaforte.
Edificata nel 1724 ebbe la funzione di palazzo pretorio - ospitava gli uffici di cancelleria e l'abitazione del auditore del governo. Nel 1790 il giudice fu trasferito alla Biscotteria e il palazzo venne ampliato e destinato alle dimore dei comandanti del genio e dell'artiglieria.
Quando Bonaparte arrivò all'isola Elba nel maggio 1814 i mulini erano stati abbattuti dalle autorità francesi, qualche anno prima. Il modesto fabbricato consisteva in due padiglioni a due piani comunicanti attraverso un corpo centrale situato a pianterreno. Napoleone fece rialzare quest'ultimo per creare al primo piano un grande salone, quindi riservò il piano terra per se lasciando il primo piano di pertinenza della moglie Maria Luisa che però non lo raggiunse mai sull'isola e quindi venne destinato alla sorella Paolina e alla madre Letizia. Trasformò l'attiguo granaio in un teatro, fece demolire i vecchi casolari e abbassare il fabbricato che - situato davanti alla sua residenza - le toglieva la vista. Trasformò inoltre le vecchie carceri in una scuderia. Le sue esigue finanze lo costrinsero a limitare i lavori.
Alla sua partenza - nel febbraio 1815 - la donò al comune di Portoferraio affinchè la trasformasse, secondo il suo desiderio, in un casino per uso degli abitanti. Invece in seguito alla Restaurazione, il granduca requisì la residenza destinandola al governatore della città. Inizia un lungo periodo di incuria, usi impropri e dilapidazioni che riguardano soprattutto il ricco mobilio, che oltre a quello fatto rientrare in Francia da Napoleone stesso, venne trafugato fin da subito oppure messo all'asta in seguito, depredato, tanto che ad oggi non si conserva più niente di esso.
Nel periodo granducale l'unica modifica strutturale al complesso è il collegamento coperto tra palazzina e teatro.
La villa continuò ad essere sotto il controllo militare anche in seguito all'unità d'Italia aumentando lo stato del suo degradando in spregio al suo valore storico. Soltanto nel 1927 il governo affidò l'ex residenza napoleonica al ministero dell'istruzione che avviò il restauro e il ripristino dell'edificio oltreché del giardino. La ristrutturazione si interruppe con lo scoppio della seconda guerra mondiale che ripresero alla fine del conflitto.
Nel 1964 divenne sede del museo napoleonico e ammobiliata con pezzi d'epoca
In seguito alle diverse modifiche apportate nel corso degli anni, l'organizzazione degli ambienti a pianterreno è oggi diversa rispetto a quella originaria.
Attualmente la palazzina dei Mulini, con la villa di San Martino, è ai primissimi posti per visite tra i poli museali toscani. La palazzina è visitabile tutto l'anno.
Per saperne di più: Wikipedia
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